Un’intervista con un Membro Anonimo

Un’intervista con un Membro Anonimo

Tempo di lettura: 5 Min.

SPYDIRBYTE, un membro di Anonymous, difende gli attacchi DDoS, rivelando il suo background nel hacking, nell’attivismo e nel suo ruolo nello sconvolgere i crimini del dark web.

Di fretta? Ecco i Fatti Salienti!

  • SPYDIRBYTE è un membro di Anonymous noto per i malware e gli attacchi DDoS.
  • Difende gli attacchi DDoS come centrali nelle operazioni di Anonymous.
  • Ha svolto un ruolo chiave nell’Operazione Darknet e nell’Operazione Anti-Sec.

Nel mondo degli hacker, il nome SPYDIRBYTE risalta. Notorio per le sue imprese come membro del collettivo Anonymous, SPYDIRBYTE ha lasciato un sentiero di caos digitale, maneggiando malware e attacchi DDoS come strumenti di attivismo e ribellione.

Mentre molti associano il malware a semplici interruzioni del sito web, SPYDIRBYTE considera questi attacchi un’arma potente contro i poteri corrotti, trasformando il panorama digitale in un campo di battaglia per la giustizia.

Durante una recente intervista con Cyber News (CN), SPYDIRBYTE ha discusso il potere degli attacchi DDoS, rivelando che queste azioni sono spesso molto più che semplici marachelle digitali.

“Oggi la gente dice che il DDoS è [for a “SKID”] mossa, ma ogni singola Operazione di Anonymous è sempre stata DDoS… La maggior parte delle nostre vittorie proviene da DDoS e defacement di siti web o accesso a un database”, ha spiegato a CN, sottolineando come tali attacchi possano destabilizzare molto più che semplici siti web: possono destabilizzare sistemi e sensibilizzare su questioni critiche.

La conversazione si è poi spostata sul percorso personale di SPYDIRBYTE, un percorso segnato da avversità e sfida. Cresciuto in un ambiente abusivo con un padre distante e una crudele matrigna, ha affrontato sfide significative fin dalla tenera età.

“Molte cose mi sono successe da bambina… Stanca del giudizio, stanca degli abusi, stanca del governo, stanca di non essere libera…” ha ricordato, a CN.

“Come membro di Anonymous, sei libera… Puoi essere chiunque tu voglia essere e non essere giudicata per questo perché quelle persone non sanno chi sei,” ha aggiunto.

Ha descritto come la sua turbolenta infanzia lo abbia condotto verso una vita ribelle, che includeva l’appartenenza a bande e, infine, l’hacking.

“[I] Ho abbandonato la scuola … Fuggito di casa … Vissuto di casa in casa in casa [e] trasferito in diversi stati, vivendo la vera vita di hacker/Anonymous,” ha detto a CN.

La sua introduzione all’hacking è iniziata sui caotici canali IRC di 4chan nel 2009, dove erano pratiche comuni il trolling e il doxxing.

Da lì, le abilità di SPYDIRBYTE sono cresciute mentre imparava da altri hacker, sviluppando malware e partecipando a importanti operazioni di Anonymous. Uno dei suoi primi atti di sfida è stato un hack contro LolitaCity, un sito del dark web collegato all’abuso sui minori, come parte dell’Operazione Darknet, come riportato da CN.

“Lo abbiamo completamente chiuso nel 2013”, ha detto a CN. Questo era solo l’inizio: le sue campagne hanno preso di mira tutto, dai siti web di sfruttamento infantile alle istituzioni governative.

Nel 2013, ha partecipato all’Operazione Anti-Sec, che comprendeva attacchi di alto profilo ai siti web governativi. “Ho chiuso il sito web della CIA per quattro giorni”, ha detto a CN, riferendosi a una delle sue imprese più memorabili.

Le sue azioni hanno trovato riscontro in coloro che vedevano internet come un campo di battaglia per la libertà e la giustizia. Per SPYDIRBYTE, questi attacchi erano una forma di resistenza contro governi e istituzioni corrotte, come riportato da CN.

Col passare del tempo, le sue conoscenze si sono ampliate e lui è diventato esperto nella creazione del suo malware.

“Ho iniziato a scrivere il mio malware dopo aver utilizzato un tool chiamato DarkComet, che era uno strumento RAT, dove RAT significa Remote Access Trojan, dove gli hacker possono controllare i computer di altre persone, spiare attraverso la fotocamera, raccogliere tutto ciò che vogliamo,” ha spiegato a CN.

La sua competenza ha portato a significativi attacchi informatici, tra cui l’utilizzo di botnet per lanciare assalti DDoS su larga scala su entità come InfoWars. Nonostante i suoi metodi controversi, SPYDIRBYTE rimane fermo nella sua convinzione che il fine giustifica i mezzi.

“Tutto ciò per cui il movimento lotta è la giustizia e la libertà”, ha detto a CN, sottolineando la sua dedizione all’anonimato e il suo impegno a sostenere coloro che vede come vittime.

Ha anche espresso il desiderio di fare da mentore alla prossima generazione di hacktivisti, contribuendo a garantire la sopravvivenza e l’evoluzione del movimento Anonymous, come notato da CM. Per SPYDIRBYTE, l’hacking non è solo un crimine: è un atto di sfida, una forma di attivismo e un modo per lottare per la libertà nell’era digitale.

“Non ho bisogno di essere riconosciuta per quello che faccio per la gente… Il 90% di queste persone non sa un c***o di quello che succede dietro le quinte di qualsiasi cosa,” ha detto a CN, lasciando un forte promemoria delle battaglie invisibili combattute nel mondo digitale.

Mentre l’intervista si concludeva, SPYDIRBYTE ha condiviso una citazione di Edward Snowden: “Non posso in buona coscienza permettere al governo degli Stati Uniti di distruggere la privacy, la libertà di internet e le libertà fondamentali delle persone in tutto il mondo con questa massiccia macchina di sorveglianza che stanno segretamente costruendo.”

Per lui, questo sentimento racchiude l’essenza dell’hacktivismo: una lotta per la libertà di internet e i diritti delle persone.

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