Trump Vuole che i Richiedenti la Green Card negli Stati Uniti Consegnino i Loro Profili sui Social Media

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Trump Vuole che i Richiedenti la Green Card negli Stati Uniti Consegnino i Loro Profili sui Social Media

Tempo di lettura: 2 Min.

La nuova proposta dell’amministrazione Trump richiede agli immigrati che fanno domanda per la green card, la residenza permanente o l’asilo negli Stati Uniti, di fornire i loro profili sui social media.

Hai fretta? Ecco i fatti essenziali:

  • I critici sostengono che la politica viola la libertà di parola e minaccia i diritti alla privacy.
  • Oltre 3,5 milioni di richiedenti potrebbero essere annualmente colpiti dalla proposta.
  • Il feedback pubblico sulla proposta è aperto fino al 5 maggio.

In precedenza, questo requisito si applicava solo a coloro che risiedevano fuori dal paese. Il U.S. Citizenship and Immigration Services (USCIS) ha affermato che la raccolta di informazioni sui social media è necessaria per “una verifica d’identità potenziata, il controllo e lo screening per la sicurezza nazionale”, come riportato per la prima volta da The Intercept.

The Independent segnala che i critici sostengono che questa proposta violi la libertà di espressione e minacci la privacy. I gruppi per i diritti civili temono che colpirà in modo sproporzionato i candidati musulmani e arabi, in particolare quelli che esprimono sostegno per i diritti umani dei palestinesi.

Robert McCaw, del Consiglio sulle Relazioni Americano-Islamiche, ha dichiarato che questa politica potrebbe soffocare la libera espressione legale e colpire in modo sproporzionato le persone provenienti da paesi con diversi climi politici, come riportato da The Intercept.

La proposta segue le preoccupazioni sollevate da incidenti che coinvolgono titolari di green card, come Mahmoud Khalil, detenuto dopo essere stato etichettato come “pro-Hamas” per aver partecipato a proteste, come precedentemente riportato da AP e Axios.

The Intercept afferma che il piano potrebbe avere un impatto su oltre 3,5 milioni di candidati ogni anno, compresi coloro che vivono negli Stati Uniti da anni.

Molti temono che il monitoraggio dei social media possa portare a un eccesso di intervento governativo. Saira Hussain, della Electronic Frontier Foundation, ha avvertito che i sistemi automatizzati potrebbero punire il discorso controverso, come riportato da The Intercept.

Ha aggiunto che il Primo Emendamento dovrebbe proteggere tutti, indipendentemente dal loro stato di immigrazione. Il feedback pubblico sulla proposta viene raccolto fino al 5 maggio, con molti commentatori che esprimono preoccupazioni per la privacy e la libertà di parola.

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