Nuovo Studio Rivela che Meta non è Riuscita a Rimuovere Commenti Offensivi Contro le Donne Politiche
Un nuovo rapporto del Center for Countering Digital Hate (CCDH) ha rivelato che Meta non è riuscita a rimuovere i commenti offensivi rivolti alle donne su Instagram durante la campagna presidenziale negli Stati Uniti.
Lo studio, pubblicato questo mercoledì, ha analizzato oltre 500 milioni di commenti su 10 donne politiche sulla piattaforma dei social media e ha notato che Instagram non è riuscito a rimuovere o a prendere provvedimenti sul 93% dei commenti offensivi.
La ricerca ha preso in considerazione commenti rivolti a cinque donne del Partito Democratico e cinque donne del Partito Repubblicano, tra cui la candidata alla presidenza Kamala Harris e le senatrici Elizabeth Warren e Marsha Blackburn, mettendo in evidenza oltre 20.000 commenti etichettati come “tossici” dallo strumento Perspective AI di Google.
I commenti offensivi includevano minacce di stupro e di morte, oltre a interazioni sessiste e razziste.
Secondo Reuters, Meta ha affermato che l’azienda dispone di strumenti per filtrare commenti offensivi, emoji e frasi, ma la ricerca del CCDH ha considerato insufficienti gli sforzi dell’azienda.
“Esamineremo il rapporto del CCDH e prenderemo provvedimenti su qualsiasi contenuto che violi le nostre politiche,” ha detto Cindy Southworth, responsabile della sicurezza delle donne presso Meta, a Reuters.
Diverse organizzazioni hanno affrontato i commenti e le azioni sempre più offensivi. In questo caso, il rapporto spiega che lo scopo di tali commenti è quello di allontanare le donne dalla sfera politica.
I ricercatori esortano le aziende di piattaforme di social media a essere più trasparenti e a prendere più provvedimenti contro l’odio verbale, in quanto queste piattaforme contribuiscono alla diffusione di commenti offensivi.
“La conseguente normalizzazione degli abusi, delle minacce violente e del discorso d’odio rivolti alle donne nella vita pubblica ha gravi conseguenze per destabilizzare le nostre democrazie”, afferma l’articolo condiviso dall’organizzazione.
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