Il New York Times Approva l’Uso di Strumenti di Intelligenza Artificiale per la Redazione

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Il New York Times Approva l’Uso di Strumenti di Intelligenza Artificiale per la Redazione

Tempo di lettura: 3 Min.

Il New York Times ha dato il via libera al suo staff di redazione per utilizzare strumenti di intelligenza artificiale nella modifica, riassunto, codifica e persino scrittura.

Di fretta? Ecco i Fatti Essenziali!

  • The New York Times ha approvato strumenti di intelligenza artificiale per l’editing, la sintesi, la codifica e la scrittura.
  • La redazione utilizzerà l’intelligenza artificiale per SEO, ricerca, creazione di contenuti e brainstorming.
  • Il Times ha introdotto Echo, uno strumento interno di intelligenza artificiale per la sintesi di articoli e briefing.

Secondo una email interna riportata da Semafor, sia i team di prodotto che quelli editoriali riceveranno una formazione sull’IA mentre la pubblicazione introduce nuove risorse alimentate dall’intelligenza artificiale per assistere i giornalisti.

Semafor segnala che una delle più grandi novità è Echo, un strumento di intelligenza artificiale interno progettato per riassumere articoli, briefing e altri materiali interni.

La società ha anche approvato diversi strumenti di intelligenza artificiale esterni per il suo personale, tra cui GitHub Copilot per la programmazione, Vertex AI di Google per lo sviluppo del prodotto e l’API non-ChatGPT di OpenAI, sebbene l’accesso a quest’ultimo richieda un’approvazione legale.

The Times vede l’IA come un modo per migliorare il giornalismo piuttosto che per sostituire il lavoro umano. Semafor riporta che le sue linee guida editoriali affermano:

“L’IA generativa può assistere i nostri giornalisti nel scoprire la verità e aiutare più persone a capire il mondo. L’apprendimento automatico ci aiuta già a riportare storie che altrimenti non potremmo, e l’IA generativa ha il potenziale per rafforzare ancora di più le nostre capacità giornalistiche.”

Oltre alla segnalazione, Semafor riferisce che gli strumenti di AI aiuteranno lo staff con vari compiti in redazione. Si incoraggiano i giornalisti a utilizzarli per generare titoli amichevoli per la SEO, elaborare riassunti, sviluppare idee e migliorare l’interazione con il pubblico.

La società suggerisce anche di utilizzare l’AI per la ricerca, l’analisi di documenti e persino la creazione di contenuti come quiz sulle notizie e FAQ.

In un video di formazione interna, il Times ha dimostrato il ruolo dell’IA nel giornalismo, incluso come i reporter potrebbero utilizzarla per sviluppare domande di intervista per un CEO di startup.

Gli strumenti di IA possono anche assistere nella produzione di contenuti per i social media, schede di citazioni e traduzioni multilingue, rendendo la pubblicazione più accessibile ai pubblici globali, come notato da Semafor. Tuttavia, l’azienda sottolinea che l’IA non è una “soluzione magica”, ma uno strumento per supportare la sua missione.

Il New York Times ha avuto una storia tesa con l’Intelligenza Artificiale generativa. È stato tra i primi organi di informazione a bloccare il web crawler di OpenAI per impedire l’accesso ai suoi contenuti.

Questa decisione è poi degenerata in una causa legale contro OpenAI e il suo principale investitore, Microsoft, accusando ChatGPT di riprodurre i suoi articoli parola per parola, danneggiando il suo rapporto con i lettori e intaccando i suoi ricavi.

Non è certo quanto contenuto modificato dall’IA il New York Times permetterà nei suoi articoli pubblicati. La pubblicazione ha sostenuto che il suo giornalismo rimarrà nelle mani degli umani, affermando lo scorso anno che il giornalismo del Times sarà sempre riportato, scritto e modificato da giornalisti, come riportato da The Verge.

L’azienda ha ribadito questo impegno alcuni mesi dopo, sottolineando il ruolo continuativo della supervisione umana.

 

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Sebbene l’IA possa velocizzare i processi e migliorare l’efficienza, i giornalisti umani rimarranno al centro del reportage. Il Times continua ad esplorare le potenzialità dell’IA, ma con un attento controllo per mantenere la sua integrità giornalistica.

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