DPC Multa LinkedIn €310M per Pratiche Illegali di Dati

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DPC Multa LinkedIn €310M per Pratiche Illegali di Dati

Tempo di lettura: 2 Min.

Di fretta? Ecco i Fatti Essenziali!

  • LinkedIn ha violato il GDPR elaborando dati per l’analisi comportamentale e la pubblicità mirata.
  • Le violazioni includono il consenso non valido e la mancanza di trasparenza nell’elaborazione dei dati.
  • LinkedIn è stata ordinata di adeguare le pratiche di elaborazione dei dati al rispetto del GDPR.

La Commissione Irlandese per la Protezione dei Dati (DPC) ha annunciato oggi di aver multato LinkedIn per 310 milioni di euro per violazioni del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) relative alle pratiche di elaborazione dei dati degli utenti.

La DPC, agendo come autorità di supervisione principale sotto il GDPR per LinkedIn in Europa, ha indagato sull’uso da parte di LinkedIn dei dati personali per l’analisi comportamentale e la pubblicità mirata.

La decisione finale ha stabilito che le pratiche di elaborazione dei dati della piattaforma violavano diverse disposizioni chiave del GDPR, in particolare riguardo alla legalità, equità e trasparenza. L’inchiesta ha rivelato che LinkedIn non ha ottenuto un consenso valido dai suoi utenti per l’elaborazione di dati di terze parti per la pubblicità mirata.

Il DPC ha scoperto che il consenso raccolto non era stato dato liberamente, in modo sufficientemente informato o specifico. LinkedIn non è riuscita a giustificare la sua dipendenza da interessi legittimi e necessità contrattuali, per l’elaborazione di dati di prima e terza parte.

Inoltre, LinkedIn ha subito delle critiche il mese scorso per l’uso dei dati degli utenti americani per addestrare modelli di intelligenza artificiale senza un consenso chiaro, alimentando ulteriori preoccupazioni sulle sue pratiche di gestione dei dati.

Il Dr. Des Hogan e Dale Sunderland, Commissari per la Protezione dei Dati, hanno concluso che le pratiche di gestione dei dati di LinkedIn non solo mancavano di una corretta base legale, ma non rispettavano nemmeno i requisiti di equità e trasparenza del GDPR.

In risposta ai risultati, il Vice Commissario DPC Graham Doyle ha dichiarato: “La liceità del trattamento è un aspetto fondamentale della legge sulla protezione dei dati e il trattamento dei dati personali senza un’adeguata base legale è una chiara e grave violazione del diritto fondamentale di un soggetto di dati alla protezione dei dati”.

Di conseguenza, la DPC ha emesso un richiamo e ordinato a LinkedIn di portare le sue attività di elaborazione dei dati in piena conformità con il GDPR. Parallelamente alla multa di 310 milioni di euro, la decisione ha sottolineato l’importanza della trasparenza nella protezione dei dati.

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